All’arrivo di un bebè nelle nostre vite, soprattutto se è il primo, ci sentiamo naturalmente combattuti tra le paure tipicamente connesse all’arrivo del nuovo nascituro da un lato, e dall’altro con quello che spesso è un vero e proprio bisogno fisico e mentale, non rinunciare a tutte le gioie che una camminata ci può offrire: la buona fatica, il senso di sfida, la quiete, il bel panorama. Nasce quindi un assunto fondamentale: continuate a fare escursioni portando i piccoli con voi, rimodulate le vostre avventure in funzione della loro presenza ma non rinunciatevi, sarà ancora più bello !!!
Ciò si traduce nella necessità di individuare percorsi magari più corti o comunque privi di pericoli oggettivi, rivedere l’equipaggiamento, comunque tenendo conto di aspetti ed esigenze legate alla presenza del bebè (ad es. la distanza tra un pasto e l’altro, i suoi tempi del sonno, i momenti di maggiore tranquillità nelle varie ore del giorno, ecc). In sostanza effettuare tutte le vostre solite valutazioni preliminari, ma riconsiderandole in funzione del piccolo. Coinvolgere da subito i vostri cuccioli in questa sana e stimolante attività (noi abbiamo iniziato a 4 mesi di vita) si rivelerà una sorprendente fonte di stimoli per il loro sviluppo (colori, odori, luci e suoni della natura) e con un po’ di ottimismo e spirito di adattamento in più, alla fine non risulterà neanche troppo problematico.
Il TRASPORTO del neonato
Per i primissimi mesi di vita del nascituro esistono in commercio numerosi strumenti adatti allo scopo. Il nostro consiglio è di utilizzare strumenti leggeri (evitando per capirci passeggini da trekking che sembrano astronavi e vincolano ancora di più nella scelta del sentiero) come ad esempio i marsupi frontali o le fasce. Ce ne sono di tutti i prezzi e tipi, provatene diversi prima di acquistarli, l’importante è valutarne bene la comodità (che è del tutto soggettiva) del bambino in primis e del genitore “trasportatore” in secondo luogo. Inoltre il bebè in questi primi mesi è una spugna di stimoli, quindi adottate una soluzione che gli permetta sia di vedere il nuovo mondo che li circonda, sia allo stesso tempo di potersi liberamente addormentare lungo il percorso se ne ha voglia. Da non sottovalutare infine l’aspetto del contatto, portato addosso a voi il bebè sarà sicuramente più tranquillo e renderà l’esperienza sicuramente più piacevole anche per il genitore, che potrà cogliere ed apprezzare pienamente ogni suo atteggiamento (stupore, gioia, entusiasmo, ma anche fastidio, ecc. ecc.).
Da circa 6 mesi in sù, cioè quando il bambino inizia a reggersi da solo in posizione seduta, con collo e spalle dritte, ed il suo peso comincia a rendere difficoltoso e scomodo il trasporto con il marsupio, si può inoltre ricorrere allo zaino porta bimbo. Questi zaini sono generalmente omologati fino a 20 kg di peso, con un utilizzo potenziale che va dai 8-9 mesi fino a circa 3 anni di età. I più adatti sono dotati di un telaio in alluminio che funge da supporto alla seduta già munita di tendalino, un accessorio importantissimo al fine di evitare la sovraesposizione del bimbo ai raggi uva o alle intemperie. Alcuni zaini hanno inoltre la possibilità di regolare la posizione dello schienale a seconda della lunghezza del bambino permettendo di distribuire in modo ottimale il carico in base alla crescita del piccolo. In definitiva un gran bello strumento per assaporare appieno l’esperienza del trekking con i nostri piccoli, consentendo una maggiore comodità e mobilità anche a noi genitori.
Ultimo ma non ultimo … portatevi dietro alcuni giochini o pupazzetti tra i preferiti dal piccolo, magari assicurandoli in qualche modo al marsupio o zaino, potranno sempre tornare utili.
Le condizioni METEO
La presenza del bambino ci obbliga a valutare con ancor maggiore attenzione le condizioni meteo che andremo ad incontrare lungo il tragitto. In generale, l’unico vero nemico dei bimbi piccoli è il vento, quindi meglio scegliere giornate non troppo ventose o comunque riparare adeguatamente il piccolo (con cuffie, cappucci, sciarpine e quant’altro). Non ci sono particolari problemi invece per il freddo, basta essere accorti e coprire adeguatamente ed a strati il bambino, poiché a volte il troppo caldo può essere nocivo quanto il freddo. In merito al sole, una buona mossa è quella di portarsi appresso un tendina parasole per le soste, o almeno un banale cappellino con visiera, per proteggere testa e occhi del bimbo da luce ed aria. Importantissimo è infine l’uso di la creme solari specifiche per bambini, da spalmare all’occorrenza più volte lungo il tragitto.
La PAPPA
Anche se già svezzato, fintanto che il bebè prende il latte il discorso pappa può essere veramente il minore dei problemi, soprattutto quando la mamma allatta al seno. Comunque anche nel caso contrario, basta portarsi dietro un termos di acqua calda, biberon e latte in polvere già dosato, e il gioco è fatto. Molto dipende inoltre dalla durata del percorso e dalla resistenza del bebè tra un pasto e l’altro, poiché in molti casi si riesce a dare la pappa prima e dopo l’escursione, senza problemi durante il tragitto. Resta chiaro che portarsi comunque dietro del latte “di emergenza”, anche solo per fini calmanti, è sempre una buona regola. Infine, anche a svezzamento avanzato, basta sempre portarsi dietro dei comodi thermos per pappa, utilissimi quelli a multi-scomparto.
Due parole sul discorso QUOTA
Un aspetto che spesso è fonte di preoccupazione dei genitori che intendono portare i bimbi molto piccoli in montagna, è il discorso della quota. Sotto i 1.000mt sicuramente non ci sono problemi. Secondo molti anche a quote superiori (comunque sotto i 2.000mt) il bambino non dovrebbe avere grossi problemi, ma non dimenticate comunque che la reazione del piccolo alla diversa pressione è una variabile del tutto soggettiva. Unica vera accortezza, è di non fare variazioni troppo rapide di quota in salita o discesa (es. impianti di risalita o funivie), e comunque far bere il bimbo lungo il percorso o dargli il ciuccio, di modo che deglutendo compensi la pressione e si stappi le orecchiette.