Alberobello è una cittadina dell’entroterra barese che rappresenta senza ombra di dubbio la capitale dei Trulli. Con il suo incantevole centro storico fatto interamente di case dai tetti conici tutt’ora abitate, il piccolo borgo è annoverato tra i 50 siti italiani Patrimonio dell’Umanità Unesco.
Il nome “trullo” deriva dal greco antico e significa banalmente “cupola”, connotando queste particolari costruzioni fatte a secco con pietre ricavate dai rilievi calcarei dell’altopiano delle Murge. I Trulli, presenti principalmente nella Valle d’Itria tra le province di Brindisi, Bari e Taranto, costituiscono un geniale e longevo esempio di architettura rurale, nonché un astuto strumento atto a sfuggire ai tributi sulle nuove costruzioni imposti dal Regno di Napoli (tali edifici risultavano costruzioni precarie, di facile demolizione e quindi non tassabili). In verità i trulli sono tutt’altro che precari, la struttura interna seppur priva di elementi di sostegno possiede una straordinaria capacità statica. Sono delle unità modulari, con ambienti interni distribuiti intorno ad un vano centrale, caratterizzate da uno straordinario equilibrio termico (caldo in inverno e fresco in estate) grazie allo spessore delle mura e la scarsa presenza di finestre.
I Trulli di Alberobello sono sostanzialmente raccolti in due piccoli quartieri, entrambi in posizione rialzata rispetto alla piazza centrale che li divide (Largo Martellotta). Si tratta di Rione Monti e Aia Piccola, passeggiando all’interno dei quali si ha la sensazione di fare un viaggio in un paese che sembra aver ignorato lo scorrere del tempo.