Montecchio è una piccola frazione toscana appartenente al comune di Castiglion Fiorentino (AR). Attraversando queste terre, in auto o in treno, sarà impossibile non notare un bellissimo castello a pianta circolare con un’alta torre al centro, che lo rende facilmente individuabile da tutta la zona circostante, adagiato sulla cima di un verdeggiante colle che domina la Valle di Chio.
Si tratta del Castello di Montecchio Vesponi, un insediamento sorto in epoca etrusco-romana (probabilmente in origine era un tempio pagano) e divenuto un vero e proprio castello intorno al IX sec. sotto la famiglia Marchiones. Il nome “Vesponi” pare sia dovuto alla contrazione fonologica del cognome “Guasconi”, la famiglia aretina che possedette il castello nel XI sec. e sotto la quale l’insediamento divenne un vero e proprio fortilizio. La posizione dominante sulla strada che collega Arezzo a Cortona portò il castello ad essere costantemente conteso fra Arezzo e Firenze che mirava a consolidare le sue influenze sul territorio. Divenne una roccaforte fiorentina solo nel 1289, dopo la sconfitta degli aretini nella battaglia di Campaldino, assumendo l’aspetto attuale proprio grazie ai lavori di rafforzamento dell’epoca. Le torri e le mura non presentano tracce di successive modifiche e, anche grazia al loro ottimo stato di conservazione, sono da ritenersi uno dei esempi più puri di architettura fortificata toscana del ‘200, sicuramente il più interessante dell’aretino e fra i più belli di tutta la Toscana.
Il castello viene inoltre associato alla figura del capitano di ventura John Hawkwood, di origini inglesi ma meglio conosciuto con il nome italiano di Giovanni Acuto (nome attribuitogli dal Macchiavelli). Secondo alcune leggende era il secondo figlio d’un conciatore di pelli della contea d’Essex, o comunque un sarto prima di diventare soldato. In ogni caso intraprese la carriera militare e combatté per il suo re, Edoardo III d’Inghilterra, durante la guerra dei cent’anni. Al termine del conflitto fondò la “Compagnia Bianca,” una banda di mercenari che si schierava in difesa dello Stato che pagava meglio, per ultima la Repubblica di Firenze che gli concesse in dimora il castello di Montecchio.

[ Immagine del Castello di Montecchio in un francobollo emesso da Poste Italiane nel 1986 ]
Oggi il castello è una residenza privata, visitabile solo in occasioni particolari o tramite visite guidate. L’associazione “InCastro” organizza visite guidate ogni seconda domenica del mese, per le quali è richiesto un contributo di 10€ a persona per gli adulti, 5€ per i ragazzi dai 6 ai 10 anni, gratis per i bambini al di sotto dei 5 anni.
Per maggiori info: www.castellodimontecchio.it