« Ivi è Romena,
là dov’io falsai la lega suggellata del Batista;
per ch’io il corpo sù arso lasciai.
(Maestro Adamo) »
[Canto XXX, Inferno, Divina Commedia]
Il Castello di Romena, il più antico del Casentino, situato a Pontevecchio (AR), è un imponente fortilizio sorto sulla cima di un poggio coronato di cipressi. La sua edificazione risale alla seconda metà del X sec. e le prime testimonianze al 1088, quando era la residenza del conte Guido Alberto dei Marchesi di Spoleto. Nel XII sec. il maniero divenne proprietà dei conti Guidi, una delle maggiori casate dell’Italia centrale nel corso del Medioevo, possidenti anche di un altro bellissimo castello presente nella zona, quello di Poppi [Vedi: L’antico borgo di Poppi, la “Torre dei Diavoli” e il piccolo Parco Zoo].
L’episodio forse più celebre legato alla lunga storia di questo castello risale al 1281. A quel tempo nel fortilizio viveva Mastro Adamo da Brescia che, per conto dei Guidi di Romena, falsificava i fiorini d’oro della Repubblica di Firenze. Catturato e condannato a morte venne giustiziato nei pressi del castello, nella località oggi chiamata Omomorto. L’episodio di Mastro Adamo è riportato anche da Dante Alighieri nel sopra citato canto XXX dell’Inferno. Lo stesso Dante, in virtù dei buoni rapporti con i Guidi che gli offrirono protezione, risiedette per qualche tempo nel castello durante il suo esilio da Firenze (dal 1301 al 1321, anno della sua morte).
Più a valle, ai piedi del castello, merita una visita anche la Pieve di San Pietro a Romena, un edificio religioso in stile romanico risalente alla metà del XII sec. ed edificato in tempo di carestia (TEMPORE FAMIS MCLII), come recita la scritta scolpita sul secondo capitello della navata sinistra.
La sua struttura ed i suoi capitelli ricordano molto un’altra chiesa romanica della zona, più particolare e misteriosa: la Pieve di San Pietro a Gropina [Vedi: La Pieve di San Pietro a Gropina, tra simbolismo e magia].